“Amor cuerdo no es amor”. Zucchero in tour con La Sesiòn Cubana

Due stelle rosse e un auto blu, tre ballerine in bianco che si muovono a tempo di musica, una serie di cappelli e abiti confezionati ad hoc – più una maschera dalle tinte accese per Diavolo in me – infine, proprio al centro del corridoio che dal palco percorre tutto il palazzetto, un coccodrillo di un verde acceso, allegro. È proprio così: c’è tanta allegria in questa Sesiòn Cubana che Zucchero sta portando in giro per l’Italia, dopo che all’Arena di Verona tempo fa aveva già registrato tre date sold out.
Il perché è presto detto: c’è voglia di divertirsi, in quest’Italia che cade a pezzi; voglia di ridere, di ballare, di abbandonarsi alla leggerezza. E allora cosa c’è di meglio se non gettare uno sguardo al di là dell’Oceano, là dove tutto sa di energia, di voglia di vivere, là dove ancora si sorride e si crede nel futuro. Non è però soltanto gioia lo spettacolo che Zucchero allestisce in ben cento tappe, l’11 giugno ospitato presso l’Unipol Arena di Bologna, dove non ha potuto che riscuotere un enorme successo. Tra gli accordi da ballare e da cantare, si infilano attimi di meditazione, di riflessione: come quell’Ave Maria no morro che è ripresa da una preghiera delle favelas, o Il suono della domenica, una canzone per non dimenticare ciò che è accaduto in Emilia.
Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, si guarda intorno e sorride: “Siamo tornati a casa, at salùt – i fan applaudono, sollevano fischi di approvazione nell’aria – Davvero non mi aspettavo un’accoglienza così calorosa, sono sorpreso. La Sesiòn Cubana è una mia idea un po’ pazza che volevo fare da tanto tempo e che parte dai miei ricordi di bambino, quando tutti intonavano Guantanamera“.
E così finisce che l’Unipol Arena si alza in piedi per ancheggiare al ritmo di tonalità cubane una canzone dopo l’altra, alcune più tradizionali, altre rimaneggiate per andar dietro a quel sentore latino che tanto piace. D’altra parte, la passione è reciproca, perché ormai Zucchero è diventato un cittadino del mondo, un cantante internazionale, uno per cui fanno la fila americani, spagnoli, inglesi, olandesi, tedeschi e australiani. In nome dell’allegria.
A Bologna, l’11 giugno, i pezzi forti della scaletta ci sono tutti: Così celeste, Baila, Per colpa di chi e Con le mani; ma non mancano neppure i brani meno noti tratti dall’album che dà il nome al tour, quello della svolta cubana, appunto. Tra le righe si sente la presenza del Che, l’influenza di un’isola che in qualche modo è entrata dentro, infilandosi nelle parole, nello spartito – l’album, il ventiduesimo e ultimo in ordine temporale – è stato registrato interamente a Cuba lo scorso anno; come pure, si percepisce lo stato d’animo di chi, finalmente, ha raggiunto un traguardo, “un sogno inseguito da parecchi anni“.
Dopo Bologna, Zucchero tornerà ad esibirsi nei palchi esteri, dalla Lituania all’Austria, dall’Estonia alla Slovacchia, per poi alternare l’Italia con la Francia e la Svizzera. Il tutto inseguendo un semplice, esplicito motto: Amor cuerdo no es amor.
Informazioni utili:
www.zucchero.it; www.studiosonline.it
Gio 13/06/2013 da Chiara Giacobelli
Fonte: www.musicroom.it
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