Autobianchi: la Y10 festeggia i primi 35 anni di un fenomeno di tendenza
Era il 1985 quando venne presentata al Salone di Ginevra, un’automobile pronta a sconvolgere un intero segmento delle quattro ruote. Si trattava della Autobianchi Y10.
Di lei si potrebbe dire che sia stata la prima utilitaria di lusso, che non badava soltanto alla sostanza come tutte le sue altre colleghe. Ma cercava di abbinare contenuti di qualità e stile degne di un’auto di categoria superiore. Ispirandosi a piene mani alle berline Lancia dell’epoca, leggasi Thema.
Di primo impatto la Y10 non fece furore. Ma anche grazie a una campagna di comunicazione vincente e frizzante divenne in breve tempo un vero e proprio fenomeno di tendenza.
Non era facile inserirsi in questo modo sul mercato. Le spartane Fiat Uno, Ford Fiesta e compagnia avevano un prezzo decisamente inferiore all’Autobianchi, marchiata Lancia al di fuori dell’Italia. Ma anche grazie allo slogan “L’auto che piace alla gente che piace”, il successo fu assicurato. Ma per meritarsi un appellativo del genere servivano dei contenuti che confermassero questo appeal, e la Y10 li aveva.
La sua aria un pò snob esaltava le sue curve spigolose, caratterizzate dalla coda tronca e dal portellone nero che la rendevano unica ed esclusiva. Poi le maniglie incassate, il cofano motore spiovente ed un solo tergicristallo anteriore erano il suo biglietto da visita. Sicuramente nell’abitacolo si respirava davvero un’aria da ammiraglia. Un piccolo salottino borghese che nella versione top di gamma poteva essere impreziosito dai rivestimenti in moquette e dall’Alcantara.
Nel momento del lancio commerciale, la Y10 aveva in listino ben tre allestimenti: Fire, Touring e Turbo. Negli anni ’80 dove si inseriva la sigla Turbo si descriveva qualcosa di particolare e fuori categoria. Come era effettivamente questa versione riconoscibile per la scritta nella banda sottoporta, per i cerchi in lega da 13” e per lo scarico posteriore ovale.
All’interno si avevano dei sedili più profilati, il volante sportivo e una strumentazione provvista anche di manometro digitale. Ma anche le altre versioni potevano essere arricchite con optional davvero sofisticati e intriganti. Tra cui i vetri elettrici, chiusura centralizzata, divanetto posteriore sdoppiato, vetri posteriori apribili a compasso elettricamente, tetto apribile in cristallo e climatizzatore.
La Fire era la entry-level della gamma e adottava il motore 1.0 Fire da 45 CV, la prima del Gruppo Fiat a utilizzarlo. La Touring aveva il 1.1 litri da 56 CV, mentre la Turbo raggiungeva gli 85 CV. Quest’ultima grazie all’adozione di un turbocompressore con intercooler. Successivamente venne inserita a listino anche la 4WD, che montava il propulsore Fire da 50 CV.
Nel 1989 venne presentata la seconda serie, una sorta di restyling ante litteram. Mentre nel 1992 ci fu spazio per la terza serie, il canto del cigno della Y10 e dell’Autobianchi.
La Y10 infine nel 1995 cedette la sua eredità alla Lancia Y. Dopo un grande successo commerciale che tradotto in cifre corrisponde a 1,1 milioni di esemplari prodotti in circa dieci anni.
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