Elephant Claps: l’unica band italiana all’Aarhus Vocal Festival in Danimarca

Sarà un’estate piena di impegni quella che aspetta gli Elephant Claps, sestetto interamente vocale dalle tinte afro-soul-jazz.
Particolarmente importante l’appuntamento del 3 giugno, quando la band milanese rappresenterà l’Italia all’Aarhus Vocal Festival (AAVF) in Danimarca, il più prestigioso festival del Nord Europa interamente dedicato alla musica a cappella. Il festival si svolgerà appunto ad Aarhus, città che proprio quest’anno è stata nominata capitale europea della cultura.
Gli Elephant Claps sono stati selezionati tra i sei finalisti della rassegna dedicata ai migliori gruppi vocali emergenti europei. A contendergli la vittoria saranno gli austriaci Chilli Da Mur, i tedeschi Soundescape, gli Skety dalla Repubblica Ceca e gli olandesi Stacked e Blend-In’4.
La trasferta danese sarà di fatto la prima data del tour estivo degli Elephant Claps, che porterà il sestetto milanese ad esibirsi in tutta Italia per presentare il suo disco d’esordio, omonimo, uscito lo scorso 14 aprile.
Queste le prime date confermate:
03.06 | Aarhus (Danimarca) | Aarhus Vocal Festival
17.06 | Varese | Solevoci festival
21.06 | Milano, Piazza Affari | Festa della Musica Europea
30.06 | Buscate (MI), Piazza San Mauro | Suoni e Voci dal Mondo
09.07 | Como | SummerJe, Always Hop Festival
13.07 | Bologna, Le Serre dei Giardini Margherita | Kilowatt Summer
29.07 | Asti, Cortile di Palazzo Ottolenghi | Ottolenghi Summer
26.08 | Trezzo sull’Adda | Fast Fest
Elephant Claps è un particolare progetto musicale afro-funk-jazz composto da sei voci che, senza necessità alcuna di altri strumenti, compongono e propongono la propria musica, sviluppando e sperimentando nuove forme di linguaggio. La sfida è dimostrare come aria, pressione e corde vocali siano più che sufficienti per disegnare un universo colorato di suoni.
Un soprano, un mezzo soprano, un contralto, un tenore, un basso e un beatboxer sono dunque gli unici ingredienti di un gruppo a cappella che non si limita ad armonizzare melodie ma si comporta come se fosse una vera e propria band.
C’è il timbro jazz di Mila Trani e Serena Ferrara, regine di loop station e improvvisazione vocale. C’è la voce calda di Naima Faraò, soul woman del gruppo. C’è Gian Marco Trevisan, che posa la sua fidata chitarra per stupire come tenore. C’è il groove di André Michel Arraiz Rivas, la beatbox che fa marciare il pachiderma. E poi c’è Matteo Rossetti, basso naturale con un’estensione vocale da gigante qual è.
“I nostri pezzi nascono spesso da un’idea ritmica, o da una frase senza senso, e prendono forma dopo lunghe improvvisazioni e infinite risate. In fase compositiva abbiamo imparato ad ascoltarci, a comunicare e a creare un nostro sound. Quando improvvisiamo incolliamo le nostre voci, sappiamo anticipare quello che farà l’altro e ci inseriamo laddove manca qualcosa, per creare equilibrio”.
Fonte: Rossella Savino ( Ufficio Stampa Morning Bell )
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