Amsterdam: la città dice basta agli affitti brevi ed ai siti come Airbnb

Amsterdam mette all’angolo Airbnb e tutte le piattaforme che consentono affitti brevi di stanze o appartamenti. Nei quartieri di Burgwallen-Oude Zijde, Burgwallen-Nieuwe Zijde e Grachtengordel-Zuid, non sarà più possibile soggiornare in case vacanza. Ma solo in ostelli, b&b e hotel.
Il provvedimento partirà dal primo luglio. Nel resto della città sarà possibile mettere in affitto le proprie case ai turisti solo con permessi specifici, a massimo 4 persone per volta. E per non più di 30 giorni l’anno.
Il motivo è chiaro, troppa gente presente. Si parla di 20 milioni di arrivi l’anno in una città che conta 850mila abitanti. È da anni che il governo olandese cerca di scoraggiare gli arrivi nel Paese preso d’assalto, e in particolare ad Amsterdam.
Quest’ultima meta classica delle vacanze specie dei più giovani, attrae per la sua bellezza ma anche per il suo spirito antiproibizionista. Ha ridotto sensibilmente la promozione della destinazione, tentato con una tassa di soggiorno di 3 euro per notte a persona. Oltre il 7% in più della tariffa della camera che è la più cara d’Europa. E multe per turisti maleducati in giro in stato di ebrezza e facendo rumore eccessivo.
Tutto questo però è servito a poco. Ora il municipio della città ha deciso di fare un passo ulteriore dicendo basta agli affitti brevi a poco prezzo. Visto che nell’ultimo periodo hanno subito una crescita inarrestabile. Sul sito del municipio si legge che una casa su 15 ormai ad Amsterdam è in affitto on line ad uso turistico. Oltre al fatto che l’offerta è aumentata di cinque volte, con 25mila annunci al mese.
Potrebbe essere solo l’inizio: il sindaco ritiene questo divieto «tutt’altro che sufficiente». Se fosse per lui e i suoi concittadini lo estenderebbe a tutti i quartieri. Al momento hanno le mani legate dalla direttiva europea. Quest’ultima prevede che i servizi turistici siano limitati solo se sussiste un motivo imperativo di interesse generale.
Questo vuol dire che il consiglio comunale può intervenire solo dove il turismo crea grave disturbo. Come appunto è successo a Burgwallen Oude Zijde, Burgwallen Nieuwe Zijde e Grachtengordel Zuid. Quartieri che ricerche alla mano hanno i punteggi inferiori in fatto di vivibilità a causa dell’overturism.
Il provvedimento svantaggia tutte le piattaforme e le agenzie di affitti brevi. Ma è inevitabile che il primo pensiero vada al colosso Airbnb, che non fatto attendere la sua replica.
«Siamo profondamente preoccupati per le proposte illegali che violano i diritti fondamentali dei residenti locali», ha fatto sapere a Reuters Airbnb Netherlands. Specificando però che il 95% delle sue inserzioni sono fuori dalla zona interessata dai divieti. E di essere comunque disponibile a lavorare per nuove soluzioni turistiche che non danneggino residenti e piccole imprese.
In quanti però ora vorranno andare ad Amsterdam o in altre città finora preda dell’overtourism come Venezia o Barcellona? Il Covid ha profondamente cambiato il nostro modo di viaggiare, e il turismo di prossimità oltre che una necessità potrebbe diventare una tendenza.
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