Pentedattilo: il bellissimo borgo reggino che sorge su una monumentale roccia a forma di mano

Il borgo di Pentadattilo è un vero e proprio gioiello ubicato nell’area grecanica della Calabria, e più precisamente in provincia di Reggio Calabria. Incastonato tra le guglie di pietra del monte Calvario, e così bello da sembrare surreale.
Il suo nome così pittoresco, deriva dall’insolita forma della roccia che lo sovrasta. Una mastodontica formazione rocciosa modellata dalla natura con le sembianze di una mano. La parola Pentadattilo infatti deriva dal greco “penta daktylos”, vale a dire “cinque dita”.
Un posto che già nel corso dell’Ottocento fu apprezzato da scrittori, artisti e viaggiatori che lo definirono uno dei luoghi più belli del Mediterraneo. In particolare, lo scrittore Edward Lear diceva che la città è “così magica che compensa di ogni fatica sopportata per raggiungerla”.
Il borgo dopo un violento terremoto che avvenne a fine ‘700 e la continua minaccia di alluvioni, venne pian piano abbandonato dai suoi abitanti. Oggi infatti, è un incredibile borgo di circa 40 abitanti. Tuttavia questo luogo dai profili mastodontici e magici ha ripreso vita grazie a una serie di progetti. Portando il paese al suo vero e antico splendore.
Camminando tra i vicoli di questo incredibile borgo calabrese si avverte e si vive una pace particolare. A tal punto da respirare un velo di mistero già da quando lo si osserva da lontano. Una vera meraviglia nostrana che assume quasi le sembianze di un presepe intagliato nella roccia.
Nonostante le minute dimensioni sono molte le cose da vedere in questo splendido borgo. È obbligatorio fare un giro per esempio, nelle numerose botteghe artigiane, le uniche a tenere vivo il paese durante tutto l’anno. Negozietti che sembrano davvero rimasti intatti nel tempo e in cui poter trovare tantissimi oggetti in legno. Realizzati dagli artigiani del luogo e lavorati con un coltellino usato dai pastori, ricostruito con un corno di capra e una lama di acciaio.
Ma da non perdere è anche la chiesa parrocchiale di San Pietro e Paolo che conserva la lapide della famiglia Alberti. Quest’ultima protagonista della tragica strage del 1686, causata da motivazioni sentimentali e dallo stile quasi shakespeariano.
Inoltre vale la pena fare un salto anche nei suoi musei. Come il Museo delle Tradizioni Popolari che custodisce al suo interno oggetti e materiali tipici della tradizione contadina. Ed ancora il piccolo Museo del Bergamotto che conserva dei reperti della lavorazione dell’agrume tradizionale della provincia di Reggio Calabria.
Attorno al castello del borgo aleggia una leggenda che prende origine dalla strage degli Alberti. I quali furono i membri di due nobili famiglie: gli Alberti e gli Abenavoli e tra cui scorreva un’accesa rivalità.
La leggenda racconta che nelle sere d’inverno, tra le rocce della magica Pentadattilo si sentano le urla di dolore del marchese Lorenzo Alberti.
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